La terapia con onde d’urto focali rappresenta spesso un trattamento di scelta per svariate patologie, in ambito ortopedico e non, di comprovata efficacia e di minimi o nulli effetti collaterali.
È tuttavia fondamentale che essa venga utilizzata come terapia per quelle patologie che sono riconosciute, sulla base di studi scientifici validati e condivisi, come suscettibili di tale trattamento.
Inizialmente utilizzata in maniera empirica per trattare il “dolore” o le “calcificazioni”, nel corso degli anni sono state definite in maniera più corretta e rigorosa le indicazioni al trattamento, in modo da fornire uno strumento validato e affidabile.
In particolare, la I.S.M.S.T. (International Society of Medical Shockwave Treatment) ha emesso un documento, denominato “Consensus Statement”, che raccoglie le indicazioni al trattamento con onde d’urto delle varie patologie, suddivise in 4 categorie in base al numero di studi scientifici che ne comprovino l’efficacia.
Tale documento, aggiornato nel corso degli anni anche in base al progredire degli studi, è stato poi recepito e condiviso dalla S.I.T.O.D. (Società Italiana Terapia con Onde D’urto).
Di seguito vengono elencate le indicazioni al trattamento con onde d’urto. Le voci sottolineate alle patologie che vengono correntemente trattate presso lo Studio.
1. Indicazioni approvate come “standard”
1.1 Tendinopatie croniche
1.1.1. Tendinopatia calcifica di spalla
1.1.2. Epicondilopatia laterale del gomito (epicondilite, o “gomito del tennista”
1.1.3. Sindrome del grande trocantere
1.1.4. Tendinopatia rotulea
1.1.5. Tendinopatia Achillea
1.1.6. “Fascite plantare” (con o senza sperone calcaneare)
1.2. Patologie dell’osso
1.2.1. Ritardi di consolidazione
1.2.2. Pseudoartrosi
1.2.3. Fratture da stress
1.2.4. Necrosi asettica senza degenerazione articolare
1.2.5. Osteocondrite dissecante (OCD) senza degenerazione articolare
1.3. Patologie cutanee
1.3.1. Ferite “difficili”
1.3.2 Ulcere diabetiche
1.3.3. Ulcere distrofiche
1.3.4. Ustioni non circonferenziali
2. Indicazioni basate sull’esperienza clinica
2.1. Tendinopatie
2.1.1. Tendinopatia cuffia dei rotatori senza calcificazioni
2.1.2. Epicondilopatia mediale del gomito (epitrocleite)
2.1.3. Entesopatia adduttori
2.1.4. Entesopatia della zampa d’oca
2.1.5. Tendinopatia dei peronieri
2.1.6. Altre Tendinopatie del piede e della caviglia
2.2. Patologie dell’osso
2.2.1. Edema osseo subcondrale
2.2.2. Malattia di Osgood Schlatter (apofisite tibiale anteriore)
2.2.3. “Sindrome da stress” tibiale (shin splint)
2.3. Patologie muscolari
2.3.1. Sindrome miofasciale
2.3.2. Distrazione muscolare, in assenza di lesioni
2.4. Patologie Cutanee
2.4.1. Cellulite
3. Indicazioni “eccezionali” – riservate ad esperti
3.1. Patologie muscolo-scheletriche
3.1.1. Osteoartrosi
3.1.2. Malattia di Dupuytren
3.1.3. Fibromatosi plantare (Malattia di Ledderhose)
3.1.4. Malattia di De Quervain
3.1.5. Dito “a scatto”
3.1.6 Miosite ossificante post-traumatica
3.1.7 Ossificazioni eterotopiche post–traumatiche e post-chirurgiche
3.2. Patologie neurologiche
3.2.1. Spasticità
3.2.2. Polineuropatia
3.2.3. Sindrome del tunnel carpale
3.3. Patologie urologiche
3.3.1. Sindrome da dolore pelvico cronico
3.3.2. Disfunzione erettile
3.3.3. Malattia di Peyronie
3.4. Altre patologie
3.4.1. Linfedema
3.4.2. “Complex Regional Pain Syndrome” (CRPS)
4. Indicazioni sperimentali
4.1 Ischemia miocardica
4.2 Lesioni del nervo periferico
4.3. Patologie del midollo spinale e dell’encefalo
4.4. Calcinosi cutanea
4.5. Malattia parodontale
4.6. Patologie dell’articolazione temporo–mandibolare (ATM)
4.7. Osteoporosi
4.8 “Claudicatio” da ischemia muscolare